LAPASNONESISTE

Stamattina inizio ripetendomi: ieri è stata una giornata bellissima. All’improvviso il cellulare sembrava impazzito, all’unisono decine di messaggi di gioia, e giù lacrime liberatorie: la sentenza della Cassazione metteva la parola fine alla vicenda processuale di Laura Massaro, consegnando una verità che apriva il cuore di tutte alla speranza di una via di uscita dal terrore per ogni mamma, bambina e bambino vittime dello Stato, dei Tribunali per i Minori, di tutte quelle figure professionali che in questi anni si sono rese colpevoli e complici nell'utilizzo dello strumento della PAS (o alienazione genitoriale), contro le donne. Ridando (ancora mi ripeto) un po’ di dignità a quello stesso Stato che stava riconoscendo che strappare un/a bambino/a alla sua vita, ai suoi affetti, per rinchiuderlo/a in strutture abusanti, in claustrofobici rapporti con padri violenti, sia una tortura. Sono anni che nel mio piccolo, da donna che conosce e riconosce la violenza, denuncio ciò che Laura denuncia da anni ogni giorno da sola, a volte con altre sorelle, a volte compresa a volte additata, spesso isolata, come accade a chi come lei infastidisce col suo opporsi a Golia. Ho speso anni a parlare di PAS con chiunque, ovunque abbia potuto, ovunque l’occasione me ne desse il tempo e l’opportunità. Perché l’obbrobrio derivante dall’utilizzo del falso (costruito a tavolino) costrutto dell’alienazione genitoriale a me è sempre sembrato evidente. Sui bambini e sulle bambine, poi, c’erano tutti gli estremi della “coercizione fisica e morale, particolarmente crudele, fino a divenire disumana”, quindi della tortura. Eppure è stato difficile da spiegare, ancor prima che da far capire e poi accettare: ma come è possibile che lo Stato consenta una cosa così? Come è possibile che non si riesca a impedire che avvenga? Ma forse la madre…, ma forse se…, ma forse. La cattiveria è una cosa difficile da spiegare e da far da accettare. Eppure la guerra ce lo insegna e ce la consegna, è parte della storia degli uomini (e qui “uomini” non è casuale). Così la PAS è andata avanti, si è insinuata nei corsi d’insegnamento, la troviamo nei libri, a lei fanno riferimento assistenti sociali, consulenti, la propongono avvocati e avvocate, i/le giudici con le loro sentenze. Da anni regna sovrana. Senza possibilità di appello, senza che, come ci aspetterebbe dalla giustizia, il sistema si faccia carico di un “giusto processo”. Laura non ha desistito, tra alti e bassi, calunnie e condanne. Perché le madri che vedono soffrire i figli e le figlie hanno questo orribile vizio di non cedere, di farsi massacrare pur di non cedere, di rialzarsi sempre. La PAS è la semplificazione massima ed evidente del patriarcato. Del potere di controllo che gli uomini pretendono di avere sulle donne e sui loro figli/e. Si fonda sulla “summa” di pregiudizi e stereotipi che relega le donne (o le vorrebbe relegare) un piano “sotto”, un piano discriminante, abusante e violento. Evidente anche nella sua (come ieri l’ha definita la Corte) “corollaria” definizione di “sindrome di madre malevola”. Perché, si sa, i padri malevoli non esistono. Mica sono quelli che uccidono i loro figli/e per vendetta e per punire le loro madri! Mica sono quelli che per vendetta e per punire le loro madri fanno sì che i loro figli/e vengano strappati alla loro vita, alla loro serenità, per essere “resettati”! In tanti anni di mio attivismo, aggiungo femminista, le minacce più grandi, i peggiori insulti, le peggiori calunnie, le ho ricevute quando parlavo di PAS, soprattutto da chi a protezione della propria categoria elevava a difesa scudi di omertà. Ancora stamattina. Basta, avete perso. Almeno per ora, noi speriamo per sempre. Lo speravo col mio primo ¡No PASarán! (ormai logoro ma mai tanto forte come oggi), lo spero oggi con Non PASserete più. Perché io lo so che non sarà facile, che non tutto si è risolto, ma so anche che se esiste la cattiveria è pur vero che nella Storia ha sempre perso. Se non prima, poi. Un abbraccio grande a Laura e L., ai suoi nonni, a chi ha reso possibile quanto accaduto ieri, le Avvocate Manente e Boiano, alle donne di Differenza Donna, alle mie amiche Daniela Poggio e Giorgia Fattinnanzi, alle donne che ci hanno creduto. Cosa, purtroppo, niente affatto scontata. Grazie a tutte. #laPASnonesiste #suibambininonsiPASsa #SiamoTutteLaura Qui per leggere la sentenza https://www.differenzadonna.org/la-cassazione-da-ragione.../ "Una sentenza storica", commenta la senatrice Pd Valeria Valente, perché "tre sono i punti imprescindibili, secondo la Cassazione: l'alienazione parentale viene condannata e messa al bando, il superiore interesse del minore viene rimesso al centro anche rispetto al diritto alla bigenitorialità e viene detto che essi non sempre coincidono e che di fronte alla necessità per il bambino di ricostruire un rapporto con il padre bisogna sempre considerare il suo trauma nel distacco con l'unico affetto della mamma. Viene bandito l'uso della forza. In sostanza viene chiarito che se una bambina o un bambino esprime la volontà di stare con la madre si indaga e si mette al centro la sua volontà".