UNDER13 - 10° Torneo Nazionale città tricolore

Domenica 23 Aprile, Reggio Emilia
Eccoci, eccoci, arriviamo anche noi. Ore 5.30 Truppa U13 presente sull’attenti all’adunata del Torneo di Reggio Emilia nel parcheggio di Giubiano. Levataccia fantozziana alle ore 4.30, per cui circolano leggende di ragazzi mandati a letto già in divisa la sera prima, e risveglio con brioche inzuppata nel caffèlatte e pettinata incorporata. Ci attende un viaggio con bus granturismo dotato per l’occasione di malfunzionamento del riscaldamento che ci permette di trascorrere due ore e mezza di sicuro piacere con un soffione laterale ai sedili che spara aria a 40 gradi. Sicché, i più fortunati (lato soffione) fanno la sauna, e il resto arriva comunque cotto a vapore a destinazione. Cominciamo bene.
Data la logistica perversa del Torneo ci avviamo verso il campo a noi designato camminando tra un labirinto di palazzi, il che ci serve dopotutto per riprenderci dal viaggio e mettere un po' in movimento le gambe. Il nostro grande tenerone Nuscis, buono come il pane, vince il trasporto di una quindicina di litri di acqua in bottiglia tra il fuggi fuggi dei compagni già troppo afflitti dal trasporto a mano di caschetto e borraccia. Frizzi, lazzi, siamo carichi tra le viuzze. Ma arrivati al campo capiamo che siamo a un torneo Nazionale. Gioele mi chiede sconsolato se non abbiamo sbagliato posto, mentre davanti ci trotta un gruppetto di 4 ragazzi del Riviera alti come platani che osservo perplessa dal basso verso l’alto. Affermo che il campo è quello giusto e che i grossi se li placchi alle caviglie cadono facendo tanto rumore. Lui che appartiene ancora al genere Minions (circa un metro e cinquanta per 40 kg) mi guarda con gli occhi grandi e un sorriso rassegnato…e io vorrei essere la fata madrina per trasformare i platani nei topini di cenerentola con la bacchetta magica…bidibi, bodibi, bu.
Cominciano le partite…e che vi devo raccontare…potrei parlarvi del cielo azzurro…del tifo pazzesco…del signor Losa e Matteo che invocano l’intervento divino recitando in modalità megafono un rosario di preziose istruzioni ai diavoli verdi che sembrano essere sotto l’effetto di un’impepata di cozze con contorno di peperonata. Insomma, tolto il dente tolto il dolore…ce ne danno tante, un po' ne diamo anche noi, ma sembriamo in un film dove gli altri si muovono in fast play e noi al rallentatore. Siamo stanchi, deconcentrati, avanziamo isolati e i palloni ci schizzano dalle mani neanche fossero ricoperti di svelto per i piatti. Tra una partita e l’altra si manifesta come lo Spirito Santo anche Tom, il terzo della triade allenatori di oggi, che sempre nel tentativo di invocare un miracolo apporta un enorme contributo linguistico alle invocazioni del bordocampo, così ora il rosario allenatori si recita bilingue in Italiano e Inglese. Durante l’intervallone centrale ce la prendiamo con tutto, demoralizzati…Erano grossi, avevano gli schemi, la palla era telecomandata…ma durante la disputa del perché e del percome, in quel confronto filosofico di menti intente a concentrarsi per affrontare il prossimo incontro, veniamo distratti da un riccio immobile sotto un albero e li si innesca la diatriba se sia vivo o morto nonostante le mosche ci volino sopra e le formiche ci campeggino sotto. Dopo aver raggiunto il verdetto unanime che il riccio fosse abbastanza morto, torniamo in campo con la testa ispirata dal national geographic, e qualcosina a fine girone portiamo a casa.
Bilancio del girone di qualificazione: 3 perse malamente (Rugby Roma, Highlanders, Riviera) un pareggio (Rugby Colorno), una vittoria (Mascalzone del canale Neri), un uomo a terra con brutta botta in testa causa “ribaltino” di testa, appunto, fatto da un avversario decisamente poco istruito sulle regole. Ci ritroviamo a giocarci il 13°-16° posto in classifica. CVD, come volevasi dimostrare, la fortuna oggi non ha segnato la U13 Rugby Varese presente sul registro. Baciati dalla controparte (dicesi sfiga) perdiamo il 13° posto per pareggio e golden meta contro il Cittadella, ma per svista divina riusciamo a guadagnarci il quindicesimo posto con un tre a zero contro gli avversari normodimensionati del Cernusco.
Il terzo tempo lo passiamo bivaccando con i genitori che hanno organizzato la solita tavolata per trecento all’insegna della parsimonia, mentre il torneo lo concludiamo nel pomeriggio allo stadio a far festa per la qualificazione dei piccoli che sia aggiudicano il 3° posto nella categoria U9. Dopo le foto di rito e i selfie con Leonardo Ghiraldini, ex capitano della Nazionale, e gli autografi sulla maglietta nuova di rappresentanza che quindi non laveremo più (?), rientriamo a Varese decisamente di buon umore. Matteo distribuisce le magliette gadget come i pani e i pesci e per il resto del viaggio ci abbiocchiamo coccolati dal soffione relax superlusso che ci riscalda il cuore e le membra fino a Varese.
Grazie ai nostri fantamirabolanti diavoli per la prova di indicibile coraggio nell’affrontare i perticoni d’ogni dove e per le perle di saggezza sgranate per tutto il giorno. In ordine disordinato Filo, Fede (Losa), Nuscis, Buddino, Carlo, Hector, Gioele, Thomas, Ricky, Fero, Lux, Gabriele e Federico.
Grazie agli avversari che ce le hanno date, perché torneremo più forti; grazie al dottore per il consulto neurologico gratisss; grazie a Tom al Signor Losa e a Matteo per gli immancabili cappelli e le orazioni copiose, e ancora a Matteo per essersi fatto fare i codini con obiettivo clown therapy; grazie a Marione che ci ha assistito in spirito; grazie a Mauro (papà Riente) per aver organizzato l’oasi del nutrizionista distribuendo arance e affini negli intervalli. Grazie ai genitori, che ci stupiscono sempre con effetti speciali; grazie a chi è rimasto a casa e a Manu per l’immenso lavoro dietro le quinte. Grazie a tutti e scusate se mi sono dilungata, ma la giornata è stata luuuuunghissima e piena di sorprese.
Mamma p_ester (ahimè senza bacchetta magica)
Bidibi Bodibi bu
SI VA!